La cultura delle macerie
Ad ogni scossa di terremoto è sempre la stessa storia. Tutti
si svegliano la mattina con l’assoluta certezza di avere la soluzione e il
desiderio di fare qualcosa. A mezzogiorno, purtroppo, le priorità sono già
diventate altre. Dopo Ischia la parola d'ordine ‘imperativa e categorica per tutti’
(cit) è: ABBATTERE.
In televisione assistiamo a penose disquisizioni nelle quali
(in teoria) tutti vorrebbero abbattere tutto. L’abusivismo è diventato il
nemico numero uno, la causa di tutti questi crolli e un altro po’ del terremoto
stesso. Come se una casa abusiva dovesse per suo destino ineluttabile essere
costruita male e quindi crollare per forza. Senza pensare ovviamente che proprio dove il
pubblico mette i soldi, là si va al risparmio col solito giro di appalti e
subappalti, cercando di incassare il più possibile: risparmiando sul cemento,
sul ferro etc. Non a caso crollano ospedali, scuole ed altri edifici pubblici
che in teoria dovrebbero essere super sicuri. Un teorema sballato quanto chi lo
sostiene.
Ovviamente nel calderone finisce tutto, dalla baracca alla
villa, dall’ecomostro alla veranda sul terrazzo. Senza distinzione di sorta.
Giusto, chi infrange la legge va perseguito e punito, ma oltre ai bei discorsi
politicamente corretti quali dovrebbero essere le soluzioni possibili?
POS-SI-BI-LI, badate bene, perché di chiacchiere inutili ce ne sono a volontà.
Abbattiamo,
abbattiamo, abbattiamo. Già, ma nessuno si chiede dopo tutti questi salvifici
abbattimenti la gente che abita queste case, (ovviamente non parlo delle
seconde abitazioni o degli ecomostri costruiti sulle spiagge, ma della classica
casa abusiva costruita per necessità) dove dovrebbe andare a dormire ?
L’edilizia pubblica convenzionata è in crisi, i soldi non ci
sono e non si costruisce più. Non solo,
ma il patrimonio immobiliare ERP ( edilizia residenziale pubblica) va in rovina
per l’assenza totale di manutenzione.
Le varie associazioni per la lotta al diritto alla casa segnalano
ogni giorno: sfratti, occupazioni, piccole e grandi tragedie familiari legate
proprio alla impossibilità di abitare.
Il patrimonio immobiliare pubblico o dei vari enti viene
spartito con cura tra coloro che avrebbero tutte le possibilità di comprarsi un
palazzo intero e invece pagano affitti irrisori in case di lusso piazzate nei
punti strategici.
Non si ristrutturano edifici in aree che potrebbero essere
recuperate: ex caserme, centrali dismesse, magazzini etc. lasciati invece nel
degrado totale.
Non si fanno serie messe in sicurezza di intere zone che
potrebbero franare, allagarsi, bruciare. Il solo rimedio per gran parte dei
Savonarola della legalità da talk show è
ABBATTERE. La paura e l’ipocrisia di dire qualcosa di politicamente scorretto
li porta a questa cultura delle macerie che non serve a nessuno e soprattutto
non risolve niente.
Spesso le macerie invece e purtroppo, restano dove sono. Amatrice
e zone limitrofe ne sono un esempio dolorosamente attuale.
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