"il limone vuole il sole del mattino"

Husam non parla di guerra, perché lui la vive, ogni giorno sulla sua pelle e la quotidianità non è un argomento interessante.
Non parla volentieri nemmeno di ciò che ha subito, perché le ferite ritornano a far male. 

Mi ricorda mio padre. Anche lui non parlava volentieri della campagna di Russia dalla quale tornò con i piedi congelati; diventava buio e triste, preferiva parlare della sua vigna, come Husam preferisce parlare dei suoi ulivi.

Quando immerge le mani nella terra ti accorgi con quanto rispetto, confidenza e amore per questo elemento sia cresciuto.  Me ne sono reso conto quando ha deciso che era ora di rinvasare dei germogli di Aloe dal mio giardino. Lo ha fatto, senza chiedermi niente, semplicemente perché era giusto farlo. Ha incominciato ad annusare la terra per capire quale fosse la migliore, dandomi dei consigli anche su dove collocare il vaso con la pianta di limone: “Il limone vuole il sole del mattino”.  
 In questa frase io ci ho letto tutta la poesia del mondo, ci ho trovato l’orgoglio di un popolo fiero delle sue origini e della sua terra, tanto da amarla sopra ad ogni cosa, più di ogni cosa.
Husam ha l’età di mio figlio. Husam è mio figlio.



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